News Lavoro Sabrina De Filippis

Gli Stati Uniti in primavera hanno raggiunto l’apice per quanto riguarda l’occupazione. Solo nel mese di aprile, infatti, sono stati creati 211.000 posti di lavoro e il tasso di disoccupazione è sceso al 4,4%, il minimo da quasi dieci anni (toccato l’ultima volta nel maggio 2007).

Ma non è tutto. E’ stata registrata una maggiore cautela sulle condizioni di lavoro: i salari orari sono aumentati del 2,7% rispetto al mese di marzo.

Questi dati non fanno che dare credibilità alla strategia della Federal Reserve, che pare aver raggiunto addirittura il doppio obiettivo nel suo mandato: il livello di massima occupazione e la stabilità dei prezzi.

La Fed, al termine del suo ultimo vertice, ha rassicurato sui dati della crescita, affermando che la frenata del Pil nel primo trimestre del 2017 dello 0,7% è, molto probabilmente, transitoria.

Anche la Banca Centrale si è espressa in merito affermando che, nonostante i recenti segnali di indebolimento, l’inflazione è avviata verso il 2% e che, probabilmente, entro la fine dell’anno ci saranno altri due rialzi dei tassi di interesse.

Ad aiutare il risanamento dell’economia statunitense, verso fine anno dovrebbe inoltre scattare la riduzione degli accumuli (un totale di 4.500 miliardi di dollari) durante e dopo la crisi del 2008.

James Knightley, economista senior presso ING, ha però evidenziato la nota stonata dei nuovi dati sull’occupazione: “La delusione è stata rappresentata dalla crescita dei salari su base annua, rallentata al 2,5% dal 2,6% nonostante il rialzo su base mensile, in linea con il +0,3% atteso dal consensus. Il fatto che siamo ancora piuttosto lontani dal 3% circa della crescita dei salari indica che non esiste una pressione reale affinché la Fed acceleri il ritmo delle strette monetarie. Allo stesso tempo, il rimbalzo dell’occupazione sostiene la posizione della Fed messa in evidenza all’inizio della settimana, secondo cui il rallentamento dell’attività economica, nel primo trimestre del 2017, è stato “transitorio”. Ciò lascia pensare che lo scenario dei membri del Fomc – il braccio di politica monetaria della Fed – di un rialzo dei tassi di 25 punti base in due, possibilmente altre tre occasioni nel 2017, regga ancora”.

 

Articolo tratto dal blog di Sabrina De Filippis