Rassegna Stampa Covid – Consulcesi: Massimo Tortorella, intervista

I controlli finalizzati al contenimento della pandemia da COVID – 19 sta interessando non solo la popolazione, ma anche i mezzi pubblici. Infatti, qualche mese fa, una rilevazione effettuata dai NAS ha evidenziato la presenza del virus Sars-CoV-2 anche su treni, autobus, tram e metropolitane. Tuttavia, gli esperti sottolineano che questo fenomeno è causato dal fatto che, ad usare i mezzi pubblici, sono persone positive al virus. Pertanto, sottolineano ancora gli specialisti, il timore maggiore è questo, poiché sedersi o usare l’obliteratrice non è fonte di contagio. Pertanto, la possibilità di contagio, fruendo dei mezzi pubblici, dipende da alcuni fattori importanti. A tal proposito, il Direttore Scientifico di Consulcesi Guido Rasi, ha affermato: “Le probabilità di essere contagiati su un autobus vuoto con contaminazione dei materiali sono per fortuna molto basse” e, durante la web conference “Covid-19: tra vaccini e varianti”, ha aggiunto: “Il virus resiste molto poco nell’ambiente: una volta che si attacca e si ristacca da un materiale è difficile che sia

contagioso”. Seppur gli studi siano stati e siano ancora molti, attualmente non c’è alcuna evidenza scientifica che metta in collegamento il realizzarsi di un contagio dopo il contatto con una superficie infetta. 

Dall’inizio della pandemia, sono state numerose le ricerche che hanno rilevato come il virus Sars-CoV-2 riesca a permanere per lungo tempo sulle superfici, resistendo fino a 10 ore, se non addirittura per giorni o mesi.  Da alcuni esperimenti effettuati, è stato possibile verificare che il virus riesce a sopravvivere fino a 5 giorni su oggetti di metallo, plastica e vetro. Altri studi, invece, hanno dimostrato che, al verificarsi di specifiche temperature e di condizioni climatiche stabili, il virus può resistere addirittura 28 giorni. Tuttavia, questi risultati sono stati rilevati in ambienti protetti e controllati, quali quello di un laboratorio. Al contrario, nella quotidianità, sul posto di lavoro e sui mezzi di trasporto non si realizzano le adeguate condizioni, perché il virus resista e possa concretizzarsi un contagio reale per contatto con superfici contaminate. Inoltre, alcuni studi sono stati portati avanti negli ospedali e sulle superfici vicine ai pazienti malati di COVID. Le indagini hanno reperito tracce di virus attivo e in grado di contagiare, ma solo come RNA virale. Pertanto, i resti rintracciati erano frammenti assolutamento non pericolosi, che resistono anche dopo l’estinguersi del virus stesso. Spiegazioni del fenomeno giungono da Graziano Pesole, Professore Ordinario di Biologia Molecolare presso l’Università di Bari e Ricercatore Associato per l’Istituto di Biomembrane, Bioenergetica e biotecnologia Molecolare del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr – Ibiom): “I test attualmente utilizzati per rilevare il virus  verificano la presenza di RNA virale, vivo, morto, danneggiato o integro che sia. Questo implica che un tampone positivo riscontrerà semplicemente le tracce di RNA, indipendentemente dalla contagiosità o dalla vitalità del campione, per cui questo non basta a ritenere rischiosa una superficie”. Qualora in viaggio si incontri gente positiva il virus, la situazione cambia. Afferma ancora Rasi: “Il rischio è molto alto se c’è qualcuno che tossisce o che parla ad alta voce”, aggiungendo che “è lo spray che al momento si forma più che quello che si deposita a destare preoccupazione. E Pesole, sostenendo Rasi, aggiunge: “Se qualcuno ha appena starnutito o tossito sul sedile il rischio di contrarre una malattia esiste, per via delle goccioline che ancora si trovano nell’aria”. Rasi, allora, invita a prestare grande attenzione quando si sale sui mezzi pubblici, invitando la popolazione a ricorrere alle giuste precauzioni: “Per prima cosa bisogna assicurarsi di indossare bene la mascherina che deve essere chiusa sul naso: nella maggior parte dei casi il virus viene emesso dalla bocca e inalato dal naso”. Sarebbe opportuno conservare la giusta distanza ma, aggiunge Rasi, “questo dipende dall’organizzazione dei trasporti”. Insieme alla mascherina, le armi di prevenzione migliore sono sicuramente l’igienizzazione delle mani, evitando di toccare la bocca, il naso e le mani e, aggiunge Pesole “compatibilmente con la stagione, inoltre, sarebbe sicuramente utile far areare l’abitacolo e le sedute e sarebbe sicuramente efficace anche sanificare il mezzo a ogni corsa”. Su quest’ultimo punto, però, ci sono pareri contrastanti, che mettono in dubbio la reale utilità della continua sanificazione del mezzo. Infatti, alcuni scienziati americani affermano che è importante disinfettare e pulire i mezzi di viaggio, ma non ci sono risultati oggettivi che dimostrerebbero come una frequente disinfezione dei mezzi pubblici sia uno strumento vitale per il contenimento del contagio.