Voluntary Disclosure: il nuovo accordo tra Italia e Svizzera e l’opinione di Luigi Francesconi

Il commercialista Luigi Francesconi è CTU e Revisore dei conti presso il Tribunale di Ravenna. Offre, inoltre, le sue consulenze in materia di fisco, finanza, economia aziendale e commerciale, di cui è un affermato esperto.

L’Italia stringe un nuovo accordo con la Svizzera per favorire la Voluntary Disclosure, nell’ottica di creare una maggiore trasparenza attraverso uno scambio di informazioni fiscali.

Questo accordo viene stretto, nello specifico, tra il Dipartimento delle Finanze del Ministero dell’Economia e delle Finanze italiano e l’Amministrazione Federale delle Contribuzioni svizzera, è in vigore dal 2 Marzo 2017 e vuole rendere più lineare lo scambio di informazioni a fini fiscali tra i due Paesi, attraverso delle “richieste di gruppo” e per evitare le doppie imposizioni.

L’accordo è stato ritenuto necessario in seguito l’entrata in vigore, il 13 luglio 2016, del Protocollo di modifica alla Convenzione per evitare le doppie imposizioni, Protocollo che ha voluto allineare lo scambio di informazioni tra i due Paesi agli standard Ocse.

Il nuovo accordo vuole definire le modalità per una specifica categoria di “richieste di gruppo” consentite, che potranno riferirsi a dei fatti o a delle circostanze esistenti o realizzate non prima del 23 febbraio 2015 – data di firma del Protocollo – e potranno riguardare (come stabilito dall’Ocse) gruppi di contribuenti identificabili sulle base di specifici schemi di comportamento, senza che sia necessaria una elencazione nominativa all’interno della richiesta. Queste richieste di gruppo andranno a generare degli elenchi nominativi, che consentiranno delle ulteriori richieste di informazioni.

Questo accordo riguarda, nello specifico, quei clienti italiani a cui è stato richiesto dai propri istituti finanziari di fornire delle rassicurazioni riguardo la regolarità dei fondi depositati presso le istituzioni finanziarie svizzere, e che si sono rifiutati di fornire queste informazioni, i cosiddetti “contribuenti recalcitranti”.

L’accordo include, inoltre, lo scambio automatico di informazioni finanziarie a fini fiscali, e questo farà in modo che l’Italia riceva in modo continuativo le informazioni nominative sui cittadini italiani con disponibilità finanziarie presso vari Paesi, inclusi quelli con i maggiori centri finanziari. Questo sarà possibile da settembre 2017 e si colloca in linea con l’evoluzione del progetto di cooperazione internazionale per la trasparenza fiscale.

Il Ministro ha voluto sottolineare che la recente riapertura della Voluntary Disclosure “rappresenta un’importante opportunità per i contribuenti italiani che intendono regolarizzare la propria posizione fiscale riguardo alle attività detenute all’estero in violazione delle norme fiscali”.