Cancellare notizie da Google, un dibattito al Garante

Diritto all’oblio su Google, leggiamo questo provvedimento del Garante in collaborazione con Cyber Lex, società esperta nella rimozione di informazioni dai motori di ricerca.

Il 12 maggio 2022, dopo un dibattito molto acceso, il Garante della Privacy ha rilasciato la sua decisione in merito a un caso, datato 2019, che aveva coinvolto un utente sorpreso a fotografare le gambe di una donna all’interno di un treno in transito nella capitale inglese. L’utente, del quale non si conosce l’identità, secondo quanto riportato nel Registro dei Provvedimenti, era stato sanzionato da un giudice inglese con una multa pecunaria.

La notizia, neanche a dirlo, era stata riportata non solo dai media britannici, ma anche da quelli internazionali, tanto che l’utente, dopo aver visto che alcuni URL con il suo nominativo erano apparsi nella ricerca di Google, danneggiando la sua reputazione (anche se il fatto era avvenuto all’estero), si è rivolto al Garante della Privacy Italiano per sporgere reclamo e richiedere l’immediata rimozione degli URL incriminati, visto che il suo interesse era quello di cancellare notizie da Google.

L’antefatto: le due istanze inviate dall’interessato a Google

L’utente, prima di chiedere l’intervento del Garante, aveva chiesto a Google, con due istanze, di deindicizzare gli URL contenenti la notizia che lo incriminava e il provvedimento del giudice inglese contro di lui.

Google, in due note inviate al diretto interessato il 28 gennaio 2020 e il 22 aprile 2020, quindi un anno dopo i fatti, aveva respinto entrambe le richieste.

Il caso, come sottolineato dal motore di ricerca, ha infatti perso di attualità e non riguarda una persona che detiene attualmente una posizione pubblica di rilievo nella società e, il fatto presentato, non ha alcun legame con la vita professionale dello stesso individuo.

Google battuto dal Garante della Privacy

A questo punto l’utente, dopo aver ricevuto due risposte negative da parte di Google, si è rivolto al Garante della Privacy, che ha invece accettato il suo reclamo e imposto al motore di ricerca di deindicizzare i link in questione.

Secondo quanto affermato dal Garante nella sentenza, il riconoscimento del diritto all’oblio invocato per questo caso e la conseguente deindicizzazione degli URL trovano non solo fondamento nella giurisprudenza della Corte di Giustizia e della Corte di Cassazione, ma anche nell’articolo 17, paragrafo 1, della Regolamento che prevede la possibilità di richiedere, e di ottenere, la cancellazione dei dati voluta qualora gli stessi abbiano esaurito la finalità per la quale erano stati creati e diffusi.

La deindicizzazione richiesta per cancellare notizie da internet, inoltre, non pregiudica la libertà di informazione, in quanto gli articoli sono ancora consultabili sui siti di origine.

Per il Garante della Privacy, in conclusione, non sussiste una specifica finalità in capo a Google che possa considerarsi prevalente rispetto ai diritti dell’interessato, in primis quello relativo alla privacy, e che legittima così l’ulteriore trattamento dei dati che lo riguardano.

 

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